Il successo economico, sociale e culturale di un territorio dipende dal livello relazionale dei soggetti che in esso agiscono: istituzioni, imprese, associazioni, singoli cittadini sono chiamati a costruire costanti e flessibili rapporti di collaborazione reciprocamente funzionali, incentrati sul fruttuoso scambio di risorse (denaro, idee, competenze, tempo). Anche l’Istat ha preso in seria considerazione il fattore “rete” per tastare il polso dell’Italia: nel rapporto annuale del 2018, come sottolineato dall’allora Presidente Giorgio Alleva, emerge un quadro abbastanza desolante del livello di socialità del Bel Paese, a causa del numero sempre più basso di legami sia familiari che parentali, in controtendenza con quel “calore del focolare” che nella storia ci ha sempre contraddistinti. Siamo entrati in un processo di modernizzazione che, come affermava il sociologo tedesco Georg Simmel, allarga le possibilità di far parte di numerose cerchie sociali, non per forza intersecate tra loro.
L’importanza della prospettiva di rete è tale che una branca della biologia, l’ecologia, studia i legami tra sistemi viventi, singoli individui e parti non viventi per comprendere l’evoluzione o involuzione di un eso-sistema, di una nicchia ecologica o di un bioma. La persistenza e la ricchezza di forme viventi dipende dalla capacità di sviluppare proficui scambi funzionali tra loro.
Personalmente, in qualità di ricercatore delle scienze socio-economiche, mi occupo da anni di reti territoriali e sociali e, in particolare, di progettazione partecipata nel settore della rigenerazione urbana. Nella mia attività di “co-progettazione” e di “costruzione di reti”, mi sono piacevolmente imbattuto in una realtà che da anni si impegna per la costruzione di legami che possano rendere forte l’immagine della Puglia e delle sue declinazioni geografiche nel mondo: Rete del Mediterraneo (RdM), un esempio di rete d’impresa-soggetto, in grado di aggregare realtà aziendali diversificate attorno ad un progetto comune. Ho conosciuto il suo Presidente, Enzo Dota, in occasione della redazione di un progetto sui cammini culturali e ci siamo subito trovati d’accordo su un punto: la necessità di costruire una cultura di rete per ottenere un turismo di benessere sociale, ma anche individuale (psicologico e fisico). Da allora RdM si è radicata in tre quinti del territorio regionale, attirando interessi accademici e conseguendo successi economici. Questo esempio concreto di spirito di collaborazione e di co-progettazione ho voluto fosse oggetto della tesi di laurea specialistica in sociologia di uno/a studente/essa che possedesse il giusto mix di capacità analitiche e passione per il proprio territorio. Il lavoro di ricerca mira ad esaminare tutti gli aspetti dell’azione strategica di RdM, ma anche modelli cognitivi e meccanismi comportamentali e di marketing messi in atto finora sia direttamente sia mediante l’utilizzo della tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione.
Da una prima analisi condotta dalla laureanda, visionando alcuni prodotti virtuali, si può intuire l’obiettivo degli attori del nostro oggetto di studio: integrare il territorio attraverso la valorizzazione di ciò che esso stesso offre. D’altronde la rete, intesa in senso generico come struttura sociale, si propone di fare questo: rendere “la società meno macchina materiale, ma più nel farsi relazioni sociali” (P. P. Donati 2006, Università degli Studi di Pisa 29-30 marzo 2007, Relazione “Reti sociali e capitale e sociale: quadri teorici di riferimento e definizioni operative, di Paola Di Nicola). In ambito turistico, questa spinta a costruire relazioni diventa, per la rete d’impresa foggiana, co-progettazione bottom-up di pacchetti integrati da proporre al visitatore, che facciano emergere il patrimonio materiale e immateriale del luogo nelle sue bellezze naturalistiche, storico-culturali ed eno-gastronomiche. Le peculiarità dei territori emergono come punti di scambio tra le varie aziende facenti parte di questa rete, offrendo al turista di vivere a tutto tondo la sua esperienza, lasciandogli vari gradi di libertà tra l’essere totalmente organizzato dal territorio stesso nei vari momenti della giornata e scegliere da sé contenuti e spazi, cercando solo di volta in volta alcuni consigli/consulenze. Il lavoro di tesi esamina tutta la documentazione raccolta, cartacea e virtuale, ed esplora la case history con osservazioni, interviste e focus group, fino a giungere all’elaborazione di un’analisi SWOT delle strategie di implementazione territoriale di RdM sulle tre province di Foggia, BAT e Bari e dei loro risultati. Alla fine offriremo allo staff della Rete spunti di riflessione e margini di miglioramento che siamo certi Enzo Dota e i suoi collaboratori saranno ben lieti di accogliere.
Mariano LONGO, docente in metodologia e tecniche della ricerca sociale e direttore del Dipartimento in Storia, Società e Studi sull’Uomo presso l'Università del Salento; Giuseppe Gaballo, docente di metodologia e tecniche per la ricerca sociale – Università del Salento
Eleonora Pulli, studentessa alla Cdlm in Sociologia…. – Università del Salento