Quattro giovani pugliesi con tanta voglia di arrivare e lo sguardo rivolto a nuovi e vasti orizzonti. Stiamo parlando di Nicola Petitti, Luciano Giambattista, Giuseppe Giambattista e Giuseppe Borreca preziose risorse caratterizzate da una forte personalità, elemento non scontato alla loro giovane età. Dopo gli studi universitari, nel 2018, vengono stimolati da un’idea che affonda le sue radici nella volontà e nella speranza di donare al proprio territorio una possibilità di riscatto e di valorizzazione.
Nati in famiglie di agricoltori e in seguito a studi agrari, il loro progetto nasce quasi in maniera spontanea, senza forzature.
Da studenti indignati per l’andamento del settore agrario nel territorio pugliese, a causa di avvenimenti come la svendita del grano alle grandi aziende, decidono di provare a fermare o almeno a limitare tale fenomeno.
In che modo? Per ovviare al problema sopracitato, decidono di impiegare e trasformare il ricco cereale in modo da “far restare in casa ciò che è di casa”. Dunque, a tal scopo nasce la cooperativa “Tritici Nostri” meglio conosciuta come Pasta Puà, che si occupa della produzione di pasta di altissima qualità, con sede a Lucera. Sul loro logo hanno voluto indicare l’anno in cui tutto ebbe inizio, il 2018; questo come provocazione al fine di far percepire subito la freschezza e la gioventù che si cela dietro questo nuovo progetto.
«Il nome arriva come un fulmine a ciel sereno» afferma Nicola Petitti «e si presta a numerose interpretazioni. Fondamentalmente, deriva dal lancio di un pugno di grano e dalla seguente caduta e formazione di una “mappa a puà”». La volontà, dunque, è quella di suscitare gioia e stupore pronunciandolo, oltre che di ricordare la Puglia e certamente la pasta.
Seppur molto giovani e con un’esperienza acerba nel settore, decidono di lanciarsi in questo mondo mediante una preventiva e attenta ricerca della filiera intraprendendo una collaborazione con alcuni mulini per la produzione di pasta, sia convenzionale che biologica, valorizzando i propri grani.
All’inizio hanno le idee chiare: vogliono creare dei prodotti che siano in grado di distinguersi in primis per le loro caratteristiche qualitative. Da prima fase deriva la loro prima produzione convenzionale, caratterizzata dall’offerta di 10 tipologie di pasta differenti, ciascuna di esse trafilata al bronzo ed essiccata per 24/36 ore, al fine di donargli una superficie ruvida e porosa in grado di sposarsi al meglio con i più disparati condimenti.
Dopodiché, decidono di passare ad una seconda fase nella quale puntano a “spingere” i loro prodotti. Lo fanno mediante un importante e potente mezzo, i social. Anche grazie alla loro giovane età impostano, certamente, il loro modo di comunicare in modo differente; aprono una pagina Instagram e una Facebook, nelle quali pubblicano contenuti simpatici che si rivelano assolutamente efficaci raggiungendo l’obiettivo di informare e di fare passare il messaggio e la loro autenticità. Qual è esattamente il messaggio che vuole trasmettere Pasta Puà? Il costante impegno nel garantire un prodotto che sia salutare e di qualità.
Nell’ultimo anno hanno lavorato a nuove idee e progetti e stanno procedendo al fine di unire sotto il marchio Puà, alla linea convenzionale, una nuova linea biologica intraprendendo una collaborazione con un’azienda esperta del settore. A tal fine, è entrata “in famiglia” un'altra giovane risorsa, Francesco Vasciaveo.
Nel frattempo, mantengono saldi i principi di valorizzazione del territorio e lo fanno anche con la loro pasta di grano duro Senatore Cappelli fatta con un tipo di grano molto antico che identifica da sempre la Puglia. Ciò che provano a fare e ciò in cui credono è proprio rendere il loro prodotto un mezzo di promozione del loro lavoro e del luogo nel quale operano.
Credono che il turismo debba essere incentivato, specialmente quello enogastronomico che favorirebbe la conoscenza dei prodotti simbolo mediante iniziative volte ad attirare, vedere ed assaporare.
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