«Noi di Tenuta Demaio seguiamo una filosofia antinterventista, dunque, non aggiungiamo più di quanto non dia già la natura». Così, Giovanni Ciampi, che gestisce buona parte dell’azienda vitivinicola, descrive il loro modus operandi.
Tenuta Demaio sorge a San Severo, ed è di proprietà di Antonio Demaio (suocero di Giovanni) il quale ha da sempre un legame innato con l’agricoltura prima che con la vinificazione.
Il proprietario, nel 2004, decide di effettuare sui terreni, nei quali coltiva vite, solo lavorazioni di tipo biologico; da qui la conseguente volontà di iniziare a fare qualcosa che fino a quel momento sembrava un’idea lontana: trasformare la sua uva in vino.
Nel 2010, decide di modificare la masseria e di ampliarla dando vita all’attuale cantina di circa 250 mq, gestita da Ciampi fin dalla prima vendemmia.
Nel 2017, dopo aver fatto un importante percorso prima sui vigneti e poi sul vino, sono stati in grado di produrre vino di qualità pronto per essere commercializzato.
Giovanni e tutti i lavoratori della tenuta sono portatori di valori, principalmente di tradizione e naturalezza. Ritengono che sia importante ridurre al minimo l’utilizzo di prodotti e l’intervento dell’uomo, soprattutto in determinati passaggi nei quali, a fare un buon lavoro, ci pensa già la natura.
A testimonianza di ciò, i loro vini fermentano in modo spontaneo in appositi contenitori di acciaio grazie ai lieviti presenti sulla buccia dell’uva. «Diciamo all’uva di trasformarsi e di tirare fuori spontaneamente i suoi sapori migliori e sappiamo che è in grado di farlo senza l’aggiunta di alcuna sostanza», afferma Ciampi.
Il vino non subisce nessuna chiarificazione e nessuna particolare filtrazione che non sia di tipo grossolana. In questo modo, i loro vini biologici, hanno tutte le carte in regola per essere definiti “naturali ma buoni” e confermare il loro claim: the natural color of the wine.
La loro coltivazione si caratterizza principalmente per vitigni autoctoni come Bombino e Nero di Troia. Producono il Bombino in tre versioni diverse: Bombino bianco classico, Bombino macerato e Bombino Spumante Ancestrale.
Il Nero di Troia, invece, nella variante classica e rosata che si è aggiudicata il titolo di “vino dell’anno”, una bella soddisfazione per la giovane cantina vinicola.
L’elemento caratterizzante, inoltre, è proprio il colore di ogni tipologia di vino che varia in base al vitigno di provenienza e che viene indicato sull’etichetta.
Riguardo al rapporto con il mercato, Giovanni confessa che in Puglia il bianco non viene apprezzato come meriterebbe, mentre il rosso è molto richiesto e amato soprattutto dall’estero, in modo particolare da Francia e Australia, paesi nei quali esportano grossi volumi.
Tra i suoi progetti futuri c’è, però, quello di promuovere i suoi prodotti, prima che fuori, nel territorio che rispetta e nel quale li produce.
Tenuta Demaio tiene molto alla salvaguardia dell’ambiente, lo fa a partire dal prodotto e continua con il packaging. L’etichetta presente sulle bottiglie viene prodotta utilizzando polvere di roccia e in questo modo si risparmia il 65% di carta. Inoltre, la bottiglia è riciclabile poiché, dopo l’utilizzo, è possibile rimuovere l’etichetta senza che questa lasci alcun residuo. Il tappo è realizzato mediante polimeri di zucchero e la capsula di chiusura in polilaminato essendo, così, riciclabile al 100%.
«Per noi è stato fondamentale fare ciò che fosse in nostro potere, abbiamo potuto ridurre al minimo l’impatto dei nostri prodotti e per questo siamo molto soddisfatti». Tale scelta è andata certamente “contro” la massificazione che spesso valuta un vino anche dal peso e dalla consistenza dell’involucro, ma Ciampi ritiene di aver fatto centro e che il suo mercato abbia molto apprezzato questa iniziativa.
Nonostante Giovanni viva lontano dalla tenuta riesce a curare la parte commerciale (e non solo) da remoto, anche attraverso i costanti sopralluoghi che effettua affinché tutto proceda in modo impeccabile. È molto legato alla sua terra e dopo un periodo iniziale di lancio dei suoi prodotti nel quale ha dedicato maggiore concentrazione alla promozione del prodotto senza integrare quella del territorio di produzione, ha in mente di iniziare a farlo a partire da ora.
«Abbiamo impiegato energie per mettere a fuoco nella mente del cliente, chi siamo, cosa facciamo e dove operiamo. Ora, però, è importante chiarire meglio e dare confini più ampi al “dove”» afferma Ciampi.
Dice di essere ormai pronto e di voler promuovere, contemporaneamente al suo brand, il brand Puglia, poiché solo in questo modo saremo in grado di comprendere il valore di un prodotto e scoprire di pari passo quello del suo territorio di origine e di produzione.
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