In seguito a questi avvenimenti nel 1985 Michele Guerra lasciò il suo posto di pompiere e in quello stesso anno andò a lavorare presso l’Asl di foggia nel Dipartimento di Prevenzione dove ha appreso appunto le tecniche di prevenzione facendo sopralluoghi in diverse aziende, di diversa natura e diversa dimensione.
In tutti questi anni il nostro eroe non si era certo dimenticato di quella tragica notte, perciò il 3 luglio 1988 Michele Guerra fonda Euroambiente: un‘azienda incentrata sulla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, era un modo per ricordare e commemorare i suoi colleghi di lavoro tragicamente scomparsi quella notte, una cosa del genere non sarebbe più successa.
In breve tempo, questa piccola eccellenza locale varca i confini del territorio per espandersi in tutta la Nazione, oggi infatti conta ben 8 sedi in tutta Italia e 40 dipendenti diretti.
Michele Guerra ripensando a quella notte del lontano 1968 ci dice: “in quel momento di tristezza pensai che non si poteva continuare a lavorare in quelle condizioni di sicurezza e di salute dei lavoratori”.
Il sogno di Michele Guerra
Il sogno che Michele Guerra conserva da tempo nel cassetto era quello di creare un museo che avrebbe avuto il compito di raccontare la sua vita e di educare i giovani al rispetto delle normative prevenzionistiche.
Michele Guerra ha da sempre coltivato la passione per la raccolta di cimeli antichi e unici nel loro genere e a partire dagli anni 70 ha iniziato una ricerca spasmodica sia in Italia che all’estero di migliaia di reperti che hanno scritto la storia di due gloriosi Corpi dediti alla lotta al fuoco e al pronto soccorso, due dei mestieri che egli aveva ricoperto per diversi anni.
Michele Guerra ha portato avanti questa ricerca per oltre cinquant’anni e che dura tutt’ora, arrivando a collezionare oltre 3000 reperti storici, 80 divise e uniformi dei pompieri e 20 della Croce Rossa Italiana.
Il sogno diventa realtà
Michele Guerra dichiara: “Alcuni anni fa in questo luogo, allora desolato, varcando la soglia dell’orizzonte del possibile, confessai un sogno al mio caro amico, maestro d’ascia, Antonio Berardinetti: «QUI VORREI REALIZZARE IL “MIO MUSEO”!» L’incertezza, l’esitazione e la perplessità di un attimo si spegnevano dopo uno sguardo d’intesa e fu allora che accettammo la sfida”.
La realizzazione del sogno di Michele Guerra si compie il 1° luglio 2017 riuscendo a completare l’incredibile “Tempio della sicurezza e della prevenzione”, inaugurando la Cittadella della Sicurezza e della Formazione, che ospita al suo interno la sede centrale di Euroambiente e il Museo Storico dei Pompieri e della Croce Rossa Italiana, nonché il più grande, interessante e spettacolare museo al mondo sui pompieri.
Michele Guerra continua: “Dopo tre lunghi anni di immense difficoltà, riuscimmo a realizzare quel sogno grazie ad una solida volontà, un’implacabile tenacia, un intreccio di idee e il naturale talento del maestro d’ascia. Oggi il museo è una realtà tangibile, un ineguagliabile contributo culturale dove storia, tradizione e tecnologia trovano le loro coordinate emozionali ed una propria sintesi. Avamposto contro il tempo e baluardo della memoria, a servizio di coloro che hanno da sempre a cuore il tema della sicurezza in tutte le sue sfaccettature, oltre che uno stimolo autentico e tangibile per il processo educativo delle giovani generazioni.”
Questo suo sogno, questa sua passione, questo suo desiderio risale sempre a quella tragica notte, Michele Guerra ci dice: “L’idea che mi ha portato a realizzare questa meravigliosa opera, unica al mondo nel suo genere, trae origini nel lontano 1968, durante il famoso autunno caldo. Quando ancora giovinetto lavoravo alla catena di montaggio delle officine n°17 della Fiat Mirafiori di Torino”.
Se in un primo momento, il museo aveva come scopo principale quello didattico e veniva utilizzato per istruire le figure della prevenzione incendi e del soccorso presenti obbligatoriamente in tutte le aziende, oggi è un importante luogo di memoria che racconta la storia di questi due gloriosi corpi.
Conoscere le gesta eroiche dei Pompieri e della Croce Rossa Italiana rappresenta una preziosa testimonianza dell’opera di intervento e soccorso a servizio della gente. Un patrimonio storico e culturale davvero unico e irripetibile, da tramandare alle nuove generazioni per mantenere sempre viva e attuale l’attenzione sul tema della prevenzione, della sicurezza e della formazione e per non dimenticare quei momenti tragici che hanno lasciato il segno nella vita di molti.
Entrare nel Museo è un po’ come riscoprire la storia di questi Corpi e dell’Italia stessa: da un punto di vista diverso ed inedito. È Michele Guerra a guidarci lungo tutto il percorso del Museo. Oltre 3000 pezzi perfettamente conservati ci raccontano come un tempo funzionava il servizio di soccorso in caso d’incendio: dalla chiamata fino al rientro.
Ogni luogo è stato meticolosamente progettato da Michele Guerra e ricostruito dall’artigiano sipontino – maestro d’ascia – Antonio Berardinetti. L’allestimento lascia tutti sorpresi: adulti, giovani e bambini.
Michele Guerra è un uomo molto determinato, e proprio questa sua determinazione lo ha reso l’uomo che è oggi, è riuscito a fare ciò che voleva, non si è mai arreso, tutto ciò che ha fatto nella sua vita sino ad oggi gli è riuscito a pieno.
Sono ormai passati quasi sei anni dall’apertura del Museo e Michele Guerra è sempre alla ricerca di nuovi cimeli da poter aggiungere alla sua raccolta di pezzi alcuni dei quali unici al mondo.
Abbiamo chiesto a Michele quanto tempo ci avesse messo per raccogliere tutto ciò che il Museo custodisce e quali sono stati i pezzi più difficili da rinvenire e per i quali ci ha impiegato più tempo.
Michele ci ha risposto così: “Per trovare tutte queste meraviglie, i miei tesori ho impiegato più della metà della mia vita e non sempre è stato facile trovare ciò che cercavo e molto spesso è stato altrettanto difficile convincere i detentori dei cimeli che nel mio Museo avrebbero avuto una nuova vita e sarebbero stati ammirati da tutti. Dopo ben 30 anni di ricerca ho trovato l’estintore Dick di fine ‘800 lasciato in eredità da un pompiere alla propria nipotina che per ricordarlo e omaggiarlo ha aggiunto sulla parte superiore un copri lume rendendolo unico. Dato l’elevato peso e ingombro che raggiungeva il ragguardevole peso di 48 Kg, questo attrezzo veniva trasportato a spalla facendo ricorso a spallacci in cuoio. Questo estintore è ormai introvabile ed è appartenuto ad un pompiere andato in pensione.
Michele Guerra è una persona molto ambiziosa, se si mette in testa che deve avere un determinato pezzo non si da per vinto finché non lo ottiene, li chiama “I miei gioielli”. L’ultimo arrivato nel museo risale a pochi mesi fa, da tempo era alla ricerca di una statua di San Camillo de Lellis, fondatore dei Camillani nonché Santo protettore del Corpo di sanità Militare Volontario della Croce Rossa Italiana, dei malati, degli infermi e degli ospedali, tramite alcune sue conoscenze anche tra i Camillani è riuscito ad ottenere una statua in cartapesta di fine ‘800 opera di cartapestai Salentini abbandonata in Acireale in Sicilia, il nostro Michele l’ha fatta subito restaurare e proprio lo scorso 4 febbraio nel Museo si è svolta la cerimonia di donazione che si è conclusa con la collocazione della statua all’interno del padiglione museale dedicato al Corpo di Sanità Militare della Croce Rossa Italiana. Michele però non si ferma mai infatti è già alla ricerca di nuovi pezzi e uno che ricorda le atrocità dei campi di stermino arriverà e breve.
Se qualcuno prima mi avesse chiesto: “Angelica, per te cos’è la passione?” Io avrei dato una banale definizione di passione mettendo magari in evidenza qual è la mia passione, ciò che amo fare più di ogni altra cosa.
Se oggi qualcuno dovesse chiedermi: “Angelica, per te cos’è la passione?” Io risponderei: “Non posso darvi una definizione di passione, perché conosco una persona che è la personificazione della passione e questa persona è proprio Michele Guerra, bisogna conoscerlo per capire, bisogna sentire le sue parole, bisogna sentire ciò che ha da raccontare perché ha un’immensità di cose da dire, la passione si vede in Michele Guerra perché quando inizia a parlare del suo Museo non riesce mai a smettere di parlare, gli sorridono gli occhi, luccicano, è felice quando può far sentire la sua storia ai visitatori del Museo e posso assicurarvi che non c’è persona che non rimanga estasiata dalle sue parole. Quando parla del suo Museo non è una guida, una voce che parla a macchinetta di ciò che si sta vedendo, ma sembra che reciti una poesia, la più bella di sempre.”
La passione viene rappresentata, in genere, con l’immagine di un fuoco che divampa nel cuore degli uomini e delle donne, quest’immagine rispecchia totalmente la figura di Michele Guerra poiché è una fiamma che neppure i pompieri riescono a spegnere, questa è una fiamma che non potrà mai spegnersi.
Contibuti di Angelica Grilli